Nel primo quadrimestre 2018 sono 286 gli infortuni mortali che si sono verificati sui luoghi di lavoro in tutta Italia, con un incremento del 9,2% rispetto allo stesso periodo del 2017.
Il nord Italia si porta in cima alla graduatoria, con il primo posto occupato dal nord-ovest (84 morti), seguito dal nord-est (80 morti), dalle isole (68 morti), dal centro (54 morti), ed infine dal sud (47 morti).
Come si possono interrompere, o per lo meno ridurre, quelle che vengono chiamate morti bianche, ma che risultano essere un problema così oscuro?
Il datore di lavoro e il servizio di prevenzione e protezione dovranno, per prima cosa, valutare tutti i rischi presenti sul luogo di lavoro, sia esso un cantiere, un’industria o un semplice ufficio. Bisogna ricordare che non esiste un ambiente di lavoro (ma in generale qualsiasi ambiente) dove il rischio sia inesistente . Anche un semplice ufficio può presentare dei rischi, seppur limitati, quali ad esempio incendio, elettrocuzione, crolli dovuti a terremoto ecc.
Per ridurre al minimo questi rischi, devono essere pertanto adottate idonee misure di prevenzione e protezione. Macchine, attrezzature e impianti, devono essere conformi alle normative vigenti (es. certificazione CE, direttiva macchine ecc.) e non si deve scordare che queste apparecchiature hanno bisogno di una costante e regolare manutenzione. Per questo è fondamentale rivolgersi a consulenti e tecnici esperti.
Molte volte, inoltre, si tende a manomettere o addirittura rimuovere le protezioni installate sulle macchine, in quanto “scomode”, poiché portano via tempo alla produzione. Si tende a sminuire in questo caso il rischio, in funzione del profitto economico, senza poi tener presente che, in caso di infortunio, i costi da sostenere potrebbero essere ben più elevati, in quanto può comportare, oltre all’assenza del dipendente, anche costi assicurativi, rallentamenti nella produzione, possibili sopralluoghi delle autorità competenti e necessità di consulenze esterne o interventi tecnici. Oltretutto il reintegro del dipendente all’interno dell’azienda molto spesso non comporta un ripristino della produttività ai livelli originali.
Bisogna però ricordare che le responsabilità non riguardano solo il datore di lavoro o il servizio di prevenzione e protezione, ma anche i lavoratori, che hanno l’obbligo di “prendersi cura della propria salute e sicurezza e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro” (art. 20 del D.Lgs 81/2008). L’incuria, la distrazione e la superficialità di alcuni lavoratori possono sfociare in un infortunio: non basta svolgere un’attività per essere al sicuro. L’esperienza non esclude la presenza del rischio.
Per questo motivo risulta necessario formare ed informare i lavoratori sui rischi presenti all’interno dell’ambiente di lavoro. Tanto bistrattati dai datori di lavoro perché portano via soldi e tempo, i corsi di formazione sono l’unico strumento per far comprendere l’importanza degli interventi di prevenzione e protezione ai dipendenti.
Nel grande mare dei corsi di formazione ci si può imbattere in corsi a buon mercato con un numero ridotto di ore che possono tentare per la loro facile fruizione, ma che non rispettano i parametri normativi e soprattutto non formano adeguatamente i lavoratori.
La differenza viene fatta anche dal docente, il quale, oltre ad avere esperienza nel settore, deve calare la formazione specifica all’interno dell’azienda, evidenziando i relativi rischi e indicando le azioni necessarie per poterli prevenire.
I corsi Academy sono la giusta soluzione: sono realizzati a norma di legge, preparano ad hoc i lavoratori e vengono incontro alle esigenze di flessibilità dell’azienda.